03 Aprile 2025
In Michele Chiarlo, il vino – e il vigneto – è il punto di partenza, ma anche il punto di ritorno: ogni vino racconta un luogo, e ogni luogo può ispirare qualcosa che va oltre la bottiglia. È un rapporto bidirezionale, fatto di osservazione, ascolto e restituzione. Da questa idea – che mette sempre il vino al primo posto, ma che lo lega in modo vitale al paesaggio, all’arte e alla cultura – nascono tre dei cardini della Chiarlo Experience. Tre vini (Icon crus, prodotti solo nelle annate d’eccezione in un numero limitato di bottiglie) tre luoghi alle fondamenta di progetti in cui il territorio non si limita a essere coltivato: viene anche interpretato, vissuto e condiviso.
Coltivato su due colline gemelle nei pressi di Castelnuovo Calcea, a circa 240 metri di altitudine, il vigneto de La Court si sviluppa su terreni sabbiosi-argillosi di origine marina, poveri di sostanza organica ma ricchi di microelementi. Le pendenze e le esposizioni sud/sud-ovest garantiscono una maturazione regolare e una spiccata tenuta alla siccità – elemento cruciale per la Barbera.
Qui nasce La Court Riserva, un Nizza DOCG prodotto solo nelle annate più equilibrate. La raccolta è tardiva, la macerazione lunga e condotta in tini di rovere, il successivo affinamento avviene in parte in botti grandi e in parte in barrique, per un totale di circa 30 mesi. Il vino conserva l’impronta varietale della Barbera – acidità bilanciata, frutto pieno – ma vi aggiunge una componente speziata e terrosa che ne amplia la profondità e ne rafforza il potenziale evolutivo.
È una Barbera che ambisce alla complessità, senza perdere in bevibilità: la struttura è solida ma non opprimente, il frutto sempre leggibile. Un riferimento per l’intera denominazione Nizza, di cui Chiarlo è stato tra i promotori sin dalle origini.
Accanto alla vigna, sorge dal 2003 l’Art Park La Court, uno dei primi esempi italiani di land art tra i filari. Un progetto pionieristico che ha visto coinvolti artisti come Luzzati, Nespolo, Chris Bangle e Giancarlo Ferraris. Il parco si sviluppa lungo un percorso scandito dai quattro elementi – terra, acqua, aria e fuoco – integrandosi nel paesaggio in modo non invasivo, quasi naturale. Un invito alla contemplazione, nato dalla stessa visione che guida anche il lavoro in vigna.

Cannubi è tra i vigneti più conosciuti e studiati di tutta la Langa. La parcella coltivata da Michele Chiarlo si trova nella porzione centrale della collina, esposta a sud/sud-ovest, su un pendio così ripido da richiedere un lavoro di terrazzamento pionieristico – realizzato a ciglioni inerbiti, per preservare la struttura del suolo. Il terroir è il punto d’incontro tra le marne elveziane e quelle tortoniane, che danno vita a un suolo sabbioso-calcareo ricco di magnesio e ferro.
Il vino che ne deriva, Barolo Cannubi DOCG, è tra i più precoci nell’espressione, ma capace anche di lunga tenuta. La vinificazione si svolge in tini di rovere, con macerazione prolungata e affinamento in botti medie per oltre 24 mesi. Nel calice è nitido, definito, con una tessitura tannica sottile e un profilo aromatico che spazia dai frutti rossi alla liquirizia, fino a sfumature floreali e balsamiche.
L’equilibrio è il suo tratto distintivo: il vino mostra una compostezza naturale che riflette l’armonia del sito da cui proviene. È un Barolo che privilegia la finezza alla forza, ma senza perdere in profondità o tenuta.
Nel 2024, tra i filari del Cannubi è stato inaugurato il Cannubi Path, percorso artistico progettato da Ugo Nespolo e dedicato a Michele Chiarlo: un itinerario accessibile e permanente, che invita il visitatore a osservare la collina con occhi diversi, in cui le installazioni dialogano con il paesaggio, interpretandolo senza sovrapporsi – un’estensione culturale di un cru iconico.
Cerequio è una conca perfetta tra La Morra e Barolo, un anfiteatro naturale tra i più iconici delle Langhe, con suoli marnosi calcareo-argillosi profondi e una luce che accompagna il ciclo vegetativo in modo costante. Le uve raccolte qui maturano lentamente e con regolarità, mantenendo acidità, struttura e una finezza aromatica persistente.
Il Barolo DOCG Cerequio è uno dei vini più rappresentativi dell’identità Michele Chiarlo. La vinificazione segue una linea classica: macerazioni lunghe, tini di rovere, affinamento in botti grandi per almeno due anni e un prolungato affinamento in bottiglia. Il risultato è un Barolo ampio, strutturato, ma sempre leggibile. I tannini sono fitti, levigati, l’equilibrio tra frutto e spezia preciso. Un vino pensato per l’evoluzione, ma capace anche di grande espressività in gioventù.
Nel 2011, al centro del cru, nasce il Palás Cerequio: il primo relais dedicato esclusivamente al Barolo. Undici suite affacciate sui filari, un caveau con oltre 6.000 bottiglie storiche, un ristorante dove la cucina dialoga con il vino senza sovrapporsi. Un progetto pensato per offrire un contatto diretto con il paesaggio e con la memoria delle annate.