Il vino “isolano” di Casale del Giglio

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Il vino “isolano” di Casale del Giglio

23 Marzo 2021

Dal 1967, in provincia di Latina, nell’Agro Pontino, sorge Casale del Giglio, la cantina che vanta il primato di aver individuato e maturato le potenzialità vitivinicole di questa area.


Il fondatore Dino Santarelli mostrò fin da principio un’attitudine all’indagine e alla sperimentazione varietale e, mantenendo questa predisposizione alla ricerca di nuovi stimoli e traguardi, circa un decennio fa, la cantina avviò un progetto ambizioso che coinvolgeva l’isola di Ponza.

Nell’arcipelago delle Isole Ponziane, Ponza è proprio la maggiore. Qui, in una terra quasi interamente collinare e che raggiunge fino ai 280 m di altezza, la viticultura è storia antica. Sin dai tempi dei Romani, la vigna ha saputo prosperare, diffondendosi e fruttificando. Da allora ad oggi, ci furono momenti di grande splendore alternati a periodi di assoluto abbandono delle terre. Infatti, anche nei più recenti anni ’30 l’agricoltura era una delle attività principali dell’isola – su 700 ettari di superficie quasi 300 erano coltivati, di cui circa 100 a vigna – ma con il boom del turismo si accentuò il fenomeno dell’emigrazione.

Oggi, stiamo assistendo ad un vero e proprio rinascimento agricolo, soprattutto da parte dei giovani. Casale del Giglio è uno dei protagonisti di questo recupero e, sui 5 ettari attualmente coltivati a Ponza, 2 sono di proprietà dell’Azienda. Nel 2012, sotto la spinta di Antonio Santarelli, Paolo Tiefenthaler e la preziosa collaborazione degli isolani Tommaso Tartaglione e Gino Scotti, si cominciarono a individuare e a recuperare vecchi vigneti di Biancolella, il cui patrimonio genetico era gelosamente custodito dagli anziani locali. Il Biancolella è un vitigno diffuso su tutta la costa campana, in particolare ad Ischia, portato sull’Isola di Ponza nella metà del ’700 ai tempi del Regno di Napoli, sotto i Borbone.  Recenti analisi del DNA sembrano però differenziare il vitigno ponzese da quello ischitano, per cui le ultime ipotesi propenderebbero per un’introduzione dalla Magna Grecia, forse ad opera dei pirati saraceni che scorrazzavano in quelle acque e per queste coste.

Il Biancolella, un vitigno da isola

È da un’immensa sorgente magmatica sottomarina con numerose bocche eruttive che, alla fine dell’era Cenozoica, nel Terziario, emersero le isole di Zannone, Ponza e Palmarola. Un territorio vulcanico ricoperto poi in parte di tufi bianchi, gialli e verdi derivati da nuove e più recenti eruzioni. Le ultime, circa un milione e duecentomila anni fa, ricoprirono il monte Guardia, il più alto di Ponza, con una cupola di trachite spessa decine di metri.

La natura vulcanica del terreno ricco di sali minerali porta con il mare un rilevante contributo alla viticultura del Biancolella, la cui coltivazione, nel Lazio, è autorizzata unicamente proprio sulle Isole Ponziane. Una delle caratteristiche di questa varietà, è la forte adattabilità al clima molto ventilato, quindi incontaminato ed ideale per un ambiente salutare. L’assenza di umidità, inoltre, contribuisce a ottenere un’uva sana rendendo così possibile una coltivazione biologica. Dal punto di vista morfologico, i terrazzamenti creati con i muretti a secco offrono una biodiversità di insetti e piante fondamentali per l’equilibrio del vigneto.

Il vino di Casale del Giglio che deriva dal Biancolella prende il nome di Faro della Guardia, in quanto le vigne si trovano su un piccolo altipiano al di sopra del quale si erge, maestoso, il Faro della Guardia, costruito nel 1886 su una rocca a strapiombo sul mare, a 112 m. s.l.m. Tradizionalmente, la vinificazione delle uve bianche sull’Isola avveniva con la permanenza del mosto con le bucce durante la fermentazione. Ciò avviene in parte tutt’ora per circa 3-4 giorni, ai quali segue una pressatura soffice dell’uva intera e una successiva fermentazione spontanea a temperatura di 20° C con lieviti indigeni. Avviene poi un affinamento per circa 7-8 mesi, prima dell’imbottigliamento.

Il Faro della Guardia è un vino dal colore giallo pallido con riflessi leggermente verdolini; il suo profumo molto intenso ricorda la frutta gialla (pesca e albicocca), integrato da note floreali di biancospino. Al gusto presenta un’ottima mineralità e una grande sapidità, espressione del territorio "vulcanico-calcareo" in cui nasce. Il retrogusto lungo e persistente presenta delle note fruttate e agrumate. Per la sua notevole struttura e l’integrità del frutto, il Biancolella IGP Faro della guardia si presta a un affinamento per più anni in bottiglia.

Grazie al “progetto” di recupero del Biancolella Casale del Giglio intende preservare la cultura ed il legame della gente dell’isola alla terra, creando dei vini frutto di un terroir unico e inimitabile.


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