I migliori cru di Ceretto

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I migliori cru di Ceretto

26 Ottobre 2020

Quando si pensa a Ceretto è difficile che non vengano in mente la Cappella del Barolo ridipinta da Sol Lewitt e David Tremlett o lo straordinario design architettonico dell’Acino, la cupola di vetro e legno sospesa sui vigneti della Bernardina, sede dell’azienda agricola.


Anche se molto legata all'arte, è impossibile scindere da Ceretto il suo essere azienda vitivinicola, la cui prima vocazione è quella di aver incessantemente cercato, grazie alla caparbietà del fondatore, Bruno Ceretto, i migliori vigneti delle Langhe, coniugando il territorio a una meticolosa opera di promozione del vino piemontese all’estero.


La stessa cantina di Ceretto, a metà stata tra Alba, Grinzane Cavour e Roddi, è stata fondata al crocevia di territori straordinari, ideale punto d’incontro tra Langhe del Barolo, Langhe del Barbaresco e colline del Roero. Questi tre territori, queste tre terre – come le chiamano i Ceretto – sono l’anima dei loro vini: 160 ettari di vigneti di proprietà, 4 cantine, e oltre 17 etichette prodotte. Sembrerebbero numeri da grande azienda, ma non è così. Ceretto mantiene un atteggiamento da vigneron, il cui rapporto diretto con la vigna - oggi 100% a conduzione biologica – è il centro delle attenzioni e della qualità. 

Ma quali sono i principali cru coltivati da Ceretto? Vediamone alcuni.

BRICCO ROCCHE

Questa vigna in Castiglione Falletto è la più piccola menzione geografica fra quelle delineate dal disciplinare del Barolo e conta poco più di 1 ettaro d’estensione. Rappresenta la porzione più prestigiosa di quella che un tempo veniva chiamata La Serra ed è incastonata fra il Villero ?e le Rocche di Castiglione, ?di cui rappresenta idealmente? la somma delle parti apicali. A tutti gli effetti, può essere considerata un monopole in quanto tutta la parcella è di esclusiva proprietà della famiglia Ceretto, che la vinifica come single vineyard.

L’altezza della vigna è davvero perfetta: tra i 350 ai 370 metri sul livello del mare, con esposizione sud-est a sud-ovest. I terreni sono composti principalmente dalle Arenarie di Diano, strati di rocce formatesi dal compattamento di sabbie, limo e argilla di antichi fondali marini, tipiche delle parti più alte dei birchi di Monforte d’Alba. 

Terreni che regalano un Barolo Bricco Rocche Docg di assoluto carattere, grande complessità e aristocratica eleganza. 

ASILI

Asili è certamente la Menzione Geografica Aggiuntiva più rappresentativa della denominazione Barbaresco e per forma paesaggistica (una collina che gira a 360 gradi attorno all’omonimo bricco) e qualità espressa è diventata il simbolo stesso del comune di Barbaresco. La superficie vitata scende fino ai piedi della collina passando dai 290 metri della parte apicale, fino ai 200 del fondo valle. I terreni sono segnati dalla presenza di Marne di Sant’Agata Fossili (sedimenti fini, limosi e argillosi) e l’esposizione è sud/sud-ovest. 

Ceretto possiede il bricco della collina (poco più di un ettaro) che per le particolari sfumature può essere considerato quasi un contesto produttivo autonomo. Asili è uno dei cru più storici dell’azienda di Alba, vinificato in single vineyard fin dalla prima metà degli anni ’70.

Il Barbaresco Docg Asili è capace di stupire per finezza e potenza, per la disarmante eleganza e longevità. 

CANNUBI SAN LORENZO

La Collina di Cannubi - courtesy of Ceretto

Torniamo alla denominazione Barolo, all’interno di uno dei suoi cru forse più blasonati e celebri al mondo: il Cannubi. Delle cinque sottozone che possono essere riferite alla Menzione Cannubi, questa è di certo quella meno estesa e conta nella sua totalità poco meno di 2,5 ettari. Il cru, con esposizione est/sud-est, fa da corona alla parte più elevata del Valletta ed è il punto più alto dell’intera fascia collinare, con un’altimetria che supera i 315 metri sul livello del mare. 

La famiglia Ceretto possiede il piccolo bricco che sovrasta la sottozona, per un’estensione totale di 2.300 metri. La vigna è caratterizzata dalla diffusa presenza di vecchissime viti (il corpo centrale ha più di 90 anni!) e dal tipo di coltivazione ancestrale, che tende ad esaltare il particolare terroir a disposizione. I terreni di matrice sabbiosa (Marne di Sant’Agata Fossili) e le particolari condizioni microclimatiche (l’altitudine e l’ottima ventilazione regalano preziose escursioni termiche) regalano un vino di rara complessità ed eleganza.

Il Barolo Docg Cannubi San Lorenzo è una bottiglia assai speciale. Affina almeno 10 anni dalla vendemmia e viene prodotto esclusivamente nel formato magnum, da 1,5 litri. Anche la tiratura è limitatissima, 500 magnum da collezionisti e veri appassionati. 


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