Ceretto, una storia d'amore per le Langhe da tre generazioni

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Ceretto, una storia d'amore per le Langhe da tre generazioni

05 Giugno 2023

Ceretto produce vino dal 1930. Nel corso degli ultimi vent’anni ha intrapreso un viaggio per rendere più sostenibile l'impatto sull'ambiente, che ha portato l'azienda a ottenere la certificazione biologica, nel 2015. Insieme allo chef Enrico Crippa, ha dato vita al ristorante Piazza Duomo, unico tre stelle Michelin in Piemonte.


Eppure, è difficile "ridurre" Ceretto unicamente a produttore di vino. L'amore per l'arte e il territorio ha spinto la famiglia a diventare una mecenate d'arte e di idee imprenditoriali, che si sono concretizzate anche nella produzione di nocciole IGP Piemonte Langhe e Torrone. 

RICCARDO IL FONDATORE

I Ceretto sono una famiglia attiva da 3 generazioni sul territorio delle Langhe. Una storia di passione iniziata nel 1937 con Riccardo Ceretto che, letteralmente, fugge dalla “malora” di Valdivilla (piccola frazione di Santo Stefano Belbo) per cercare fortuna in città, ad Alba. Fu Riccardo a dare vita ad una un’attività che ha scritto un pezzo di storia significativa per le Langhe e il Roero. Il vino è il primo grande motore: vini pregiati prodotti sulle colline che evocano i grandi Barolo e Barbaresco ma non solo, perché l’interesse presto si sposta oltre le linee del Tanaro per intraprendere anche nel Roero un percorso che diverrà un esempio per il territorio con il Blangè (oggi uno dei più famosi Langhe Arneis in commercio) e così nelle terre del Moscato.

BRUNO E MARCELLO, PIONIERI DELLA GRANDE ENOLOGIA PIEMONTESE

Sono decenni complicati, in cui le Langhe paiono una terra di confine. Il vino qui si produce da sempre ma con un approccio differente. Sono Bruno e Marcello, negli anni '60 ad avere una vera folgorazione e osservando il fenomeno enologico dei vicini francesi intuiscono le potenzialità delle uve locali. L’enologia piemontese è una tabula rasa dove tutto deve essere scritto. Questa è la loro sfida: portare i vini delle nostre colline alla “stessa tavola” dei grandi di Borgogna. Iniziano un percorso nuovo dove la priorità diventa la qualità a partire dal vigneto. Selezionano, compongono, acquistano parcelle nelle aree più vocate e storicamente migliori, concentrandosi sul concetto del cru, tra i primi in Langa. Parallelamente viaggiano per aprire nuovi mercati, impostando una rete fatta di collaboratori fedeli e appassionati.

Tenacia, rigore, caparbietà, rispetto accompagnati da una costante curiosità, desiderio di migliorarsi e crescere caratterizzano i Ceretto. Si sceglie di vinificare solo da uve prodotte da vigneti in proprietà, ormai oltre 170 ettari coltivati a vite e nel nuovo millennio si intraprende un nuovo radicale corso che porta ad un approccio agricolo più rispettoso, fino ad ottenere nel 2015 la totale certificazione biologica. Acquisita la qualità si sceglie di vestirla della creatività italiana e quindi vengono coinvolti grandi designer per rendere uniche le etichette di casa, erano gli inizi degli anni 80 e ora queste bottiglie sono delle vere icone del Made in Italy.

Gli anni '80 sono segnati dalla sfida forse più incosciente, il Blangè. E’ il 1985 quando viene proposto per la prima volta questo vino bianco, un Arneis, in una terra di rossi. Il Blangè si afferma da subito e il suo esempio travolgente trascina un intero territorio, il Roero, che prima aveva perso la fiducia nella produzione enologica. Ai Ceretto sicuramente questo vino ha cambiato le prospettive e portato in una fetta di mercato diversa rispetto a quella in cui prima si era operato.

LA TERZA GENERAZIONE, IL TORRONE, L'ARTE, LA CULTURA

Questo potrebbe bastare ma la passione trascina la famiglia ad esplorare ambiti nuovi ed è così che a partire dal 2000, grazie alla nuova generazione, la terza con Alessandro e Lisa (figli di Marcello), Federico e Roberta (figli di Bruno), da produttori di grandi vini piemontesi in breve tempo si ampliano gli orizzonti: con le nocciole e la filiera totale anche per il laboratorio Relanghe ed i sui torroni e gianduja; la ristorazione con La Piola e Piazza Duomo, assieme alle tre stelle di Enrico Crippa; l'importazione di vini stranieri con Terroirs e poi si inizia da qui a guardare alla cultura, l’arte e l’architettura abbinando prima scrittori e giornalisti ad ogni nuova annata e, nel 1999, per caso come tante belle cose che succedono, nasce la passione e l’interesse per l’arte contemporanea con David Tremlett e Sol LeWitt coinvolti alla cappella delle Brunate che ora tutti chiamano del Barolo.

Negli anni, seguendo questo filone si sono sviluppati anche progetti che si sono concretizzati in mostre di grande valore e che hanno portato artisti internazionali a esporre in una cittadina per loro inusuale come Alba. Artisti importanti nel panorama dell'arte contemporanea (Anselm Kiefer, Francesco Clemente, Kiki Smith, Marina Abramovic, Patti Smith...) coi quali la famiglia instaura un sincero rapporto di amicizia che li rende i migliori ambasciatori del nostro territorio.

L’amore incondizionato per la terra d’origine e il desiderio di farla conoscere è uno dei fili conduttori della scelta di vita e un’eredità che merita di esser trasmessa. La cultura, l'arte e l'architettura (inusuale di alcune cantine) si sono rivelate in fondo anche un fenomenale veicolo di comunicazione della bellezza e unicità dei prodotti e delle vigne di famiglia. Un fluire brillante e costante di energia quello dei Ceretto, di consapevolezza, di capacità a trascinare il cliente o l’appassionato in quello che è prima di tutto un’attitudine familiare a considerare il lavoro come responsabilità, impegno, ma anche come espressione di una gioia di vivere che deve coinvolgere tutti i sensi sino a diventare un’esperienza totale, appunto, di vita.

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