26 Aprile 2021
Quando pensiamo alle colline del Barolo non possiamo fare generalizzazioni. Qui ogni sfumatura conta.
Ogni dettaglio paesaggistico, morfologico e geologico contribuisce alla varietà dei vini, la cui “personalità” deve essere riconosciuta e interpretata da chi il vino lo “coltiva” in vigna e lo produce in cantina.
Il Barolo può essere prodotto sul territorio di 11 comuni della Provincia di Cuneo, su di una porzione di colline che, grossomodo, seguendo la riva destra del Tanaro, da ovest a est è compresa tra la città di Alba e quella di Cherasco; da nord a sud tra il borgo di Verduno e quello di Monforte d’Alba. Le colline del Barolo sono mutevoli. A Roddi, ad esempio, si presentano dolci e sinuose, mentre a La Morra si innalzano in modo quasi vertiginoso. Il paese di Barolo rappresenta il baricentro ideale della denominazione, da cui si diramano le colline di Monforte d’Alba, a sud, e quelle di Serralunga d’Alba, ad est, entrambe confluenti verso la parte interna delle Langhe, chiamata “Alta Langa” perché, man mano che ci si allontana dal Tanaro e si prosegue verso l’Appennino, le altezze medie si innalzano, le vigne scompaiono a favore di boschi e l’antropizzazione si fa più rada.
Tra Barolo, Monforte e Serralunga d’Alba, c’è un’altra interessante dorsale collinare, quella di Castiglione Falletto, luogo in cui sorge, come indica il toponimo, un bel castello di origini altomedievali. È in questo territorio che Ceretto coltiva un piccolo vigneto che prende il nome di Bricco Rocche, dove «Bricco», in piemontese, significa «cima della collina» e «Rocche» indica la tipica formazione carsica di queste zone: improvvisi sprofondamenti del terreno che generano degli orridi e svelano il nudo fianco della collina.
BRICCO ROCCHE, LA MENZIONE MONOPOLE DI CERETTO
Bricco Rocche è un unicum per molte ragioni. Innanzitutto è una Menzione Geografica Aggiuntiva. Ciò significa che è un vigneto ufficialmente delimitato e riconosciuto dalla denominazione «Barolo» come appezzamento di particolare prestigio: per vocazione alla viticoltura e qualità della stessa. Inoltre, Bricco Rocche è la più piccola Menzione Geografica del disciplinare: conta poco più di un ettaro di estensione. Infine, Bricco Rocche è, a tutti gli effetti, un monopole in quanto tutta la parcella è di proprietà della famiglia Ceretto, che la vinifica come single vineyard, ovvero, vinifica un vino - il Barolo Docg Bricco Rocche – le cui uve provengono esclusivamente da questo vigneto.
L’altezza di Bricco Rocche è davvero perfetta: tra i 350 ai 370 metri sul livello del mare, con esposizione da sud-est a sud-ovest. I terreni sono composti principalmente dalle Arenarie di Diano, strati di rocce formatesi dal compattamento di sabbie, limo e argilla di antichi fondali marini, tipiche delle parti più alte dei birchi di Monforte d’Alba. La vera particolarità di Bricco Rocche è però la sua posizione centrale fra le colline del Barolo, che regala, di stagione in stagione, vini capaci di armonizzare le caratteristiche principali del territorio: frutto, potenza, profumi, longevità. Tutto, in Bricco Rocche, esprime uno straordinario equilibrio, quasi come, per osmosi, questa Menzione Geografica sapesse “filtrare e trattenere” il meglio dalle zone circostanti.
Come tutti i vigneti di Ceretto, anche Bricco Rocche viene coltivato in conduzione biologica, secondo una precisa filosofia aziendale: intervenire il meno possibile per permettere a ciascun vigneto di esprimere la sua vera personalità. Che, come dicevamo, fra queste colline viene esaltata da minimi, importantissimi dettagli.
IL BAROLO BRICCO ROCCHE DI CERETTO
Da Bricco Rocche nasce un Barolo “completo”. Un vino in cui l’armonia tra profumi, aromi e tannini la fa da padrona. Una matrice olfattiva sanguigna e austera, che scuote e riempie le narici, portando, in bocca, un tannino fitto ma avvolgente, dal sorso vigoroso, succulento e lunghissimo. 
