03 Novembre 2025
Il Lazio è una regione che custodisce le fondamenta della nostra civiltà. È la terra in cui Roma è nata, si è espansa e ha dato forma a un impero che, per secoli, ha modellato il modo di vivere, costruire, mangiare e… bere vino. Qui il vino non è mai stato solo un prodotto agricolo: era un simbolo sociale, un rito quotidiano, un elemento culturale intessuto nella vita pubblica e privata.
Le campagne che circondano la capitale erano fittamente coltivate già in epoca repubblicana; da queste vigne partivano anfore che rifornivano il Mediterraneo intero, mentre tecniche di vinificazione, conservazione e affinamento evolute per l’epoca ponevano il Lazio tra i centri enologici più sofisticati dell’antichità.
Passeggiare oggi tra questi paesaggi significa camminare su una storia millenaria che continua, in forme nuove, a influenzare la viticoltura contemporanea.
Una tradizione antichissima, uno spirito contemporaneo
Se è vero che il vino laziale scorreva già nei banchetti dell’antica Roma, è altrettanto vero che la sua modernità nasce dalla capacità di rinnovarsi. Oggi il Lazio è una regione che non teme l’esplorazione: ai vitigni storici – come Cesanese, Bellone, Malvasia Puntinata o Trebbiano Giallo – si affiancano varietà internazionali che hanno trovato qui un habitat ideale, liberando espressioni del tutto nuove.
Il merito è anche della geografia. La vicinanza al mare attenua le estati, le brezze tirreniche portano freschezza, i rilievi dell’Appennino proteggono e regolano le escursioni termiche. In mezzo, una pianura antica e fertile segnata da una storia agricola profonda: l’Agro Pontino, uno dei territori più sorprendenti per ricchezza di suoli e biodiversità.
Agro Pontino: un laboratorio tra mare e monti
Qui, laddove un tempo si estendevano paludi, oggi i vigneti respirano il mare. Sabbia, argille, scheletro calcareo ed esposizioni ventilate hanno creato un contesto perfetto per un approccio innovativo alla viticoltura: un equilibrio raro fra influssi mediterranei e raffinatezza aromatico-minerale.
È questo mix di mare, luce e venti che ha permesso al Lazio di produrre vini capaci di conciliare intensità e freschezza, struttura e verticalità. Un territorio che affascina per la sua energia e per l’inattesa varietà stilistica.
Casale del Giglio: l’anima innovativa dell’Agro Pontino
In questo scenario prende vita l’esperienza di Casale del Giglio, azienda fondata nel 1967 e divenuta nel tempo una delle realtà più dinamiche e lungimiranti della regione. A Le Ferriere, nel cuore della pianura pontina, Casale del Giglio ha scelto la via della ricerca: dagli anni ’80 ha messo a dimora quasi 60 varietà diverse, studiando suoli, microclimi e potenzialità prima di selezionare quelle più adatte al territorio.

Un approccio coraggioso che ha dato vita a vini oggi riconosciuti a livello nazionale e internazionale, dai rossi di Syrah e Petit Verdot ai bianchi di Sauvignon, Viognier e Petit Manseng, fino all’iconico Mater Matuta, simbolo della filosofia aziendale.
L’esperienza enoturistica è altrettanto ricca: dalla visita alla cantina all’immersione nell’Oasi Naturale attraversata da sorgenti, fino al pranzo privato in tenuta, dove vino e cucina romana si incontrano in un equilibrio sorprendente.
Casale del Giglio è la prova concreta di quanto il Lazio sia una regione in piena evoluzione: un luogo dove la storia affiora a ogni passo, ma dove il futuro del vino si costruisce con visione, ricerca e sensibilità.