Design tra le vigne, due cantine contemporanee da non perdere in Piemonte

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Design tra le vigne, due cantine contemporanee da non perdere in Piemonte

16 Novembre 2020

È una piacevole sorpresa vedere l'architettura moderna nei vigneti quasi sacri del Barolo, dove vengono prodotti alcuni dei vini più importanti d'Italia.


Nell'ultimo decennio e mezzo, le Langhe hanno subito sottili trasformazioni architettoniche, specie nel modo di pensare e progettare le cantine. Alle maestose fattorie del XVIII-XIX secolo oggi si affiancano suggestivi edifici contemporanei.


L'Italia considera sacre le sue tradizioni e il suo passato: in effetti, è il paese con il maggior numero di siti UNESCO al mondo. Tra questi ci sono le colline del Barolo in Piemonte, dichiarate Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 2014 come parte dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato per la loro importanza culturale e paesaggistico bellezza, come esempio eccezionale dell'interazione dell'uomo con il suo ambiente naturale. Forse è per quest'aura di antichità e prestigio che è sempre una sorpresa veder spuntare l'architettura moderna nel mezzo di vigneti storici. Nella maggior parte dei casi, però, le cantine contemporanee non sono state costruite come atto di trasgressione, per scioccare residenti e visitatori locali. Piuttosto, rappresentano quelle idee di innovazione stilistica di cui ogni territorio ha bisogno, purché sappia integrarle con l'ambiente circostante, anche per contrasto. Le cantine di Ceretto della Bernardina e di Bircco Rocche sono esempio del genere: fondono il modernismo con la natura e meritano sicuramente una visita e una degustazione di vini

L'ACINO

La Monsorda Bernardina - conosciuta anche come l'Acino - è situata a circa 5 km dal capoluogo delle Langhe, Alba. La cantina originale è una fattoria del XIX secolo che la famiglia ha acquistato nel 1987, ma il vero colpo d'occhio è l'aggiunta del 2009: una fantastica sala di degustazione di vini con spazio per attività educative e culturali. L'Acino è una semisfera trasparente in ETFE (etilene tetrafluoroetilene) lo stesso materiale con cui fu costruito il Water Cube delle Olimpiadi di Pechino (che è anche l'edificio ETFE più grande del Pianeta, mentre l'Acino è il primo edificio in ETFE su piccola scala costruito in assoluto). Progettato dagli architetti Luca e Marina Deabate, sembra sospeso sui vigneti di Barolo come l'acino su un grappolo. O come un'astronave.

IL CUBO

La seconda cantina da non perdere è quella di Bricco Rocche a Castiglione Falletto, situata a quindici minuti di macchina dall'Acino, nel cuore geografico del Barolo. Proprietà dei Ceretto, è destinata alla produzione di Barolo dal 1982. L'aspetto più sorprendente di questa cantina è il suo vestito del 2000, progettata dagli studi Deabates e Polarglass di Torino. Un cubo di vetro trasparente senza cornice, capace di offrire una fantastica vista sulla campagna. Si appoggia a terra storto, come una Torre di Pisa sui vigneti, ricordando un curioso bevitore di vino che ammira il panorama, o un vignaiolo che sorveglia le sue vigne. Nel 2016 il Cubo è stato ricostruito più snello: il vetro è antiriflesso e dà l'impressione di osservare un miraggio fra i vigneti.

Dice di questa cantina Roberta Ceretto, figlia del fondatore Bruno Ceretto:

Il Cubo è una dichiarazione d'amore e di riconoscimento per la nostra terra. Chi vive qui deve molto al vino, in particolare al Barolo. Volevamo celebrare il Barolo con qualcosa di più di una semplice costruzione, con un'opera d'arte che consideriamo un monumento. Volevamo anche mantenere un legame con la cantina esistente. Era un rischio costruire un edificio così moderno, ma dopo sedici anni siamo felici di vedere come il Cubo sia diventato un punto di riferimento per gli appassionati di architettura e gli amanti del vino, in particolare delle Langhe. È diventato oggetto di una sorta di pellegrinaggio per i turisti che vengono a visitare queste colline.

Una Curiosità

La cantina del Bricco Rocche prende il nome dall'unico vigneto in monopolio della denominazione Barolo DOCG, ovvero un vigneto riconosciuto come Menzione Geografica Aggiuntiva che ha un unico proprietario.

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