Cantine Lunae, i maestri del Vermentino

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Cantine Lunae, i maestri del Vermentino

05 Aprile 2021

La Lunigiana è uno scrigno di vitigni autoctoni che Cantine Lunae conosce e vinifica nel rispetto della vocazione del territorio


Lunigiana, dal latino Lunensisi Ager, ovvero quella storica regione italiana suddivisa tra la Liguria e la Toscana il cui toponimo nasce dall’antica città romana di Luni, situata alla foce del fiume Magra.

La storia della Lunigiana è antichissima, i primi insediamenti umani di cui si sono ritrovate le tracce risalgono infatti al musteriano, un periodo che va dai circa 120.000 ai 36.000 anni fa. Qui fu fondata Luni, nata come piccola colonia agricola e divenuta poi una città imponente. Una leggenda narra persino che quando il pirata danese Hastings vi sbarcò nell’860, la saccheggiò e incendiò pensando che si trattasse di Roma!

L'irresistibile richiamo di Luni per gli invasori e la sua grandezza nei secoli successivi resero questo lembo di terra luogo di passaggio per moltissimi popoli, nonché di merci. Forse proprio per tale motivo, oggi è il territorio italiano più ricco di vitigni autoctoni. Tra questi possiamo ad esempio citare i rarissimi Pollera, Marinello, Albarola, Uslina, Lugliesa, Bracciola, Barsaglina, Caloria, Luagda, Pinzamosca, Verdella e Varano Bianco.

Tra i rari, si presume sia autoctono della Lunigiana anche il Vermentino Nero, un vitigno coltivato in un’area molto ristretta intorno alle Alpi Apuane e che non ha nessun legame genetico con il Vermentino bianco. Certamente noto ai romani, fu poi abbandonato a metà del Novecento, salvato dall’estinzione solo grazie all’intervento di alcuni viticoltori locali negli anni ’80.

Il Vermentino e i suoi Maestri

Le condizioni climatiche di questa terra hanno fatto sì che anche le altre varietà del Vermentino, (quelle a bacca bianca per intenderci) trovassero uno dei migliori terroir al mondo. L’esposizione collinare, fino a quasi 300 m s.l.m, e il microclima unico dovuto all’influenza del mare e del fiume Magra e alla protezione delle Alpi Apuane, hanno infatti creato le condizioni ideali per la coltivazione della vite.

Tra i produttori annoverati come “Maestri del Vermentino” c’è Cantine Lunae, nominata “Cantina dell’Anno” nel 2020 da 5 Star Wines, il concorso targato Vinitaly, ovvero la fiera vinicola più rinomata d’Italia.

L’Azienda è celebre per i suoi vini bianchi ed è appunto considerata uno dei migliori produttori di Vermentino. In particolare, spiccano il suo Vermentino Riserva Etichetta Nera, un bianco di grande struttura ed eleganti aromi di fiori di campo, erbe aromatiche, spezie, frutta matura e miele e il Vermentino Etichetta Grigia Colli di Luni, dal profumo intenso, di grande eleganza, e fresco ed equilibrato in bocca.

I custodi del Vermentino Nero

Sempre stata incline a valorizzare e riscoprire vitigni autoctoni, portandoli alle loro massime espressioni, la cantina ha preservato e impiantato alcune specie rare tra quelle precedentemente citate, come l’Albarola, la Malvasia, la Pollera Nera e la Massareta.  Negli ultimi anni ha avviato anche un progetto di recupero del Vermentino Nero, la cui produzione in edizione limitata uscì la prima volta nel 2018. Per Cantine Lunae in realtà, questo è molto più di un semplice progetto: è il primo capitolo di una storia che racconta la ricchezza ampelografica italiana e la sua valorizzazione.

La prima vendemmia del Vermentino Nero è avvenuta nel 2015. Le uve sono raccolte e selezionate a mano per poi essere portate in cantina. La fermentazione avviene in botti di legno da 20 hl e l’affinamento si protrae in legno per altri 8 mesi, terminando con un periodo di 12 mesi in botti di cemento.

Nel calice il vino si accende con un color rosso rubino luminoso e profondo. Il quadro olfattivo è ricco, tipico e pulsante, in cui emergono sentori di frutti di bosco, bacche selvatiche, fiori di campo (viola e rosa) ed erbe mediterranee che piano piano cedono il passo a sentori di spezie, come ginepro, chiodi di garofano e pepe, e tocchi tostati su uno sfondo marino.

Sull’etichetta compaiono però delle righe bianche, sotto le quali la cantina riporta le seguenti indicazioni dedicate a chi sceglie di assaggiare questo vino raro: "Scrivete voi le vostre note sensoriali, ogni vino ha un’anima che merita di essere scoperta senza filtri, senza schemi, naturalmente".

 

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