Marisa Cuomo è una delle migliori cantine dell’Italia meridionale, celebre per i suoi “vini estremi”, frutto dei ripidi terrazzamenti dove crescono i vigneti e della riscoperta di vitigni autoctoni dalla storia millenaria.
Nel profondo della Costa Amalfitana, il borgo di Furore, un abitato sparso, è aggrappato alla scogliera scoscesa che scende ripidamente verso il mar Mediterraneo. Furore non è un posto per i deboli di cuore.
Infatti, è anche conosciuto come “Divina Costiera”, perché bisogna avere molto coraggio e una sconfinata fede nella fortuna del Divino per trarre vita da questo paesaggio spietato. È un luogo estremo, di straordinaria bellezza, che naturalmente dà vita a vini estremi.
È questo eccezionale terroir che Andrea Ferraioli ha regalato a sua moglie, Marisa Cuomo, nella loro prima notte di nozze 30 anni fa. Andrea viene da una famiglia di viticoltori locali e ha voluto continuare la tradizione della sua terra; tuttavia, i vigneti terrazzati e i giardini piantati in zone di terra rubate alla scogliera non sarebbero mai stati in grado di tenere il passo con i vasti paesaggi vitivinicoli di altre regioni vinicole in Italia.
Ecco perché, nel 1980, ha scelto di acquisire e consolidare il marchio Gran Furor Divina Costiera e iniziare a concentrarsi sul recupero delle viti autoctone.
Fu in questo periodo che incontrò la sua futura moglie, Marisa, che condivideva una passione simile per il terroir di Furore e aveva un’esperta conoscenza della vinificazione. Nacque così un matrimonio perfetto, letteralmente.
Negli ultimi trent’anni, la coppia è rimasta ferma nella loro dedizione al peculiare terroir di Furore. Marisa Cuomo coltiva unicamente vitigni autoctoni e ha dato vita a una gamma pluripremiata composta da nove etichette. La principale è il famoso Furore Bianco Fiorduva, un vino dal colore giallo vivo con riflessi dorati e dal sapore della brezza marina e albicocche dolci.